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Jules Humbert-Droz. Da pastore di Dio a rivoluzionario di professione

Episodio 05 . 16:30
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Jules Humbert-Droz. Da pastore di Dio a rivoluzionario di professione

Non ha ancora trent’anni Humbert-Droz, incaricato dall’Internazionale comunista di presenziare a Livorno al XVII congresso del Partito socialista italiano, ma ha alle spalle un curriculum tanto ricco quanto variegato. Ha studiato Teololgia ed è stato per un breve periodo il pastore di una comunità del Giura. Ora è però un rivoluzionario di professione e farà di tutto per meritarsi, anche a Livorno, l’appellativo di “Occhio di Mosca”.

Nel gennaio 1921 il tempo dell’incertezza e della delusione è ancora lontano. Jules è sul treno che lo porterà a Livorno dove parteciperà al XVII congresso del PSI. Riflette sull’importanza che avrebbe l’allinearsi a Mosca di un grande partito socialista come quello italiano. Conosce bene Giacinto Menotti Serrati, il leader della frazione massimalista, che non ha problemi ad accettare i 21 punti, ma non vuole dividersi dai riformisti di Turati. Il più autorevole esponente dei cosiddetti comunisti puri, Amadeo Bordiga -sostenuto dal gruppo dei torinesi, Gramsci, Togliatti, Terracini- respinge come un’eresia l’idea di accompagnarsi a Turati.
Al teatro Goldoni, dove si svolge il congresso, Humbert-Droz siede nello spazio riservato agli invitati stranieri. Fa un breve intervento di saluto ma soprattutto segue con grande attenzione i lavori. Dopo che il delegato dell’Internazionale Comunista, l’ungherese Matyas Rakosi, ha ribadito la linea di Mosca, e cioè l’espulsione dall’Internazionale Comunista per coloro che voteranno la mozione di Serrati, le posizioni si sono ulteriormente radicalizzate. A un estremo Turati, che ha pronunciato un accorato discorso in difesa della tradizione riformista del socialismo italiano, all’altro i comunisti duri e puri di Bordiga. In mezzo Serrati, che vorrebbe conciliare ciò che al momento pare inconciliabile.

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